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Smart Tourism: rilanciare il turismo attraverso il digitale

Smart Tourism: rilanciare il turismo attraverso il digitale

Uno dei settori che più sta soffrendo le conseguenze economiche provocate dalla pandemia da coronavirus è sicuramente quello del turismo. I numeri parlano abbastanza chiaro: secondo i dati diffusi da Confturismo ed elaborati dal World Travel and Tourism Council, le perdite per il settore e tutto il suo indotto rischiano di aggirarsi, solo in Italia, intorno ai 120 miliardi di Euro per tutto il 2020. Un problema di non poco conto, che spinge a cercare soluzioni a breve come a medio-lungo termine. Molte di queste sono legate a doppio filo col digitale e le nuove tecnologie.

Primo step: quello che potremmo definire di Tourist Experience Design. Uno dei maggiori attrattori italiani è sicuramente legato al mondo della cultura e delle città d’arte. Fornire, quindi, esperienze di virtual tour e realtà aumentata fra le strade di città e borghi, così come fra i corridoi dei musei, ha contribuito a riaffermare la vicinanza tra realtà culturali e pubblico. La visita “fisica” è stata preclusa per un lasso di tempo molto ampio, quindi la narrazione si è tradotta in percorsi one to one che rispondono a esigenze specifiche del visitatore. Dallo schermo del proprio device è possibile, grazie anche alla sezione Arts&Culture di Google, viaggiare fra i capolavori dei Musei Vaticani o della Pinacoteca di Brera, fra le antiche strade degli Scavi di Pompei o nelle affascinanti navate del Duomo di Firenze.

Un’esperienza che non si limita alla sola “esplorazione”, cosa che sarebbe piuttosto limitante. I tour digitali permettono, infatti, di assistere a video-pills dove i direttori dei musei svelano curiosità e aneddoti sulle opere in esposizione; di approfondire storia e caratteristiche dei capolavori che si stanno ammirando; di leggere le biografie degli autori o guardare piccoli video dove sono proprio questi ultimi a raccontare la propria vita e le proprie opere, ovviamente incarnati da attori professionisti. Una strada percorsa da realtà culturali anche più “piccole”: ad esempio, la Rete di Musei e Castelli di Rovereto e Vallegarina, in Trentino.

La locale Azienda per il Turismo ha infatti predisposto un portale dove, assieme al tour virtuale della città, sono disponibili laboratori interattivi, tutorial per esercitare le proprie capacità artistiche, videointerviste pubblicate su IGTV, live streaming, teaser delle mostre pubblicati su YouTube, foto e video dedicati ai musei e al castello alpino della città. La rete museale di Rovereto è stata una delle prime in Italia a investire fortemente nella comunicazione digitale, collaborando a stretto contatto con Wikimedia Foundation e stabilendo una partnership con Google Arts&Culture. Non solo: è stato anche predisposto un web team di esperti che, soprattutto nel periodo più duro della pandemia, ha lavorato per condividere contenuti, storie e idee sui vari profili social della rete museale. Un’integrazione digital che ha portato i suoi frutti, regalando un enorme ritorno di immagine anche in prospettiva futura, quando torneremo a viaggiare e ad affollare le sale di musei, castelli e siti monumentali.

Il concetto di Smart Tourism non si lega, però, solo a quello dei virtual tour. Con l’inizio del mese di maggio si sono allentati i primi divieti legati alla pandemia e, dalla fine del mese, è possibile nuovamente visitare molte delle meraviglie culturali che costellano l’Italia, ovviamente badando alla sicurezza e alla salute di tutti: dipendenti e visitatori.

Proprio per tale motivo, il digitale è diventata una dimensione imprescindibile anche per chi è pienamente inserito nel mondo dell’offerta turistica e per chi – in questa Fase 2 – rilancerà appieno i propri spazi culturali. Facciamo subito un esempio concreto: quello degli Scavi di Pompei, il secondo sito archeologico italiano più visitato in assoluto dopo il Colosseo e i Fori Imperiali. Gestire oltre 55 ettari di percorso non è semplice, contingentando gli ingressi e badando che tutti rispettino le regole. Per questo, i biglietti d’ingresso sono acquistabili solo online e solo fino a una certa soglia giornaliera, che non superi i 40 ticket erogati ogni quarto d’ora. In più, i percorsi all’interno del sito sono organizzati tramite app da scaricare sul proprio smartphone, che fornirà anche notizie, approfondimenti, curiosità sulla domus o sul tempio che si sta visitando in quel momento.

Una tendenza, quella della prenotazione online, che diventerà sempre più radicata. Così come, peraltro, è accaduto in Cina già a partire dalle vacanze di Pasqua e del Primo Maggio. Diverse province locali hanno infatti lanciato delle app che permettono di prenotare in anticipo la visita nei vari siti culturali del luogo, monitorando in tempo reale il flusso giornaliero dei visitatori senza rischiare pericolosi overbooking. In tal modo non solo i beni culturali possono essere fruiti in totale sicurezza: ma si migliora anche l’esperienza di visita, secondo il principio one to one illustrato all’inizio. L’integrazione tra on e offline, in definitiva, sta diventando uno scenario sempre più concreto anche per il mondo del turismo, ponendo le basi per una nuova e stabile ripresa del settore.

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